Non conoscevo i Blood Incantation fino a un paio di mesi fa, non li conoscevo perché ascolto davvero pochissimo Death Metal ormai da svariati anni, ma dovetti accorgermi di loro perché il mio feed social fu improvvisamente invaso da continue immagino della copertina di Absolute Elsewhere. Nome illeggibile come da gruppo death o black che si rispetti, ma immagine che sembra presa da un disco psichedelico degli anni settanta; e soprattutto il disco che viene postato da profili normalmente dedicati al progressive rock.

Lo metto su un giorno in macchina e… boom! Avrei voluto essere sul divano pronto per un viaggio. Ci sono i riffoni belli grassi e veloci del death metal e c’è un growl cavernoso, ma ci sono lunghi momenti psichedelici tra il kraut rock, il progressive e l’ambient. Il tutto amalgamato con grande uniformità su due pezzoni da venti minuti ciascuno.

Qui abbiamo richiami ai Morbid Angel nella stessa frase di un featuring di Thorsten Quaeschning dei Tangerine Dream, e va tutto bene, anzi, benissimo. Synth e mellotron si intrecciano al metal estremo senza lasciare realmente spiazzati; sì, è strano, ma allo stesso tempo tutto nel posto giusto e al momento giusto.

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