A volte scrivere recensioni e commenti ai dischi risulta un esercizio di stile senza senso, soprattutto quando qualcuno ha già detto tutto meglio di te. Quindi per parlare di una delle gemme di questo 2023, lascio la parola a Massimo Carozzi, che ha raccontato Suono in un Tempo Trasfigurato di Bono / Burattini (Francesca Bono e Vittoria Burattini) proprio all’interno delle pagine del disco. Quello che segue è verbatim quanto trovate all’interno del pregevolissimo gatefold:
“Il suono del Juno 60, caldo, pastoso, organico e quello dei tamburi, geometrico e arioso, sono i due ingredienti principali di queste musiche, composte per commentare le immagini enigmatiche di tre film di Maya Deren: At Land, Ritual in Transfigured Time e A study in Choreography for Camera.
In questo assetto timbrico limitato, i brani si srotolano e girano circolari, fra sequenze, pulsazioni e calme linee che scorrono, si appoggiano e si incastrano su complesse architetture ritmiche.
Si succedono in una serie di disegni sonori liquidi, che ricordano, e in qualche modo mimano, i movimenti incongrui, spezzati che i personaggi di Deren compiono fra sentieri in ombra e stanze piene di specchi.
Il disco è costruito come una sorta di anagramma, in cui gli elementi “esistono in una relazione simultanea. Di conseguenza, al suo interno, nulla è primo e nulla è ultimo; nulla è futuro e nulla è passato; nulla è vecchio e nulla è nuovo…” (Maya Deren, 1947)
È in questa sospensione temporale che si dà nell’interplay fra gli strumenti, che di tanto in tanto la voce si presenta all’ascolto, manifestandosi come suono puro, facendosi strada fra gli arpeggiatori e le pelli dei tamburi, finalmente svincolata dalla significazione.
Sono brani che, nati sulle immagini, e poi sottratti alle immagini, continuano in qualche modo a disegnare nella mente dell’ascoltatore paesaggi obliqui, trasfigurati, che suggeriscono che qualcuno, da qualche parte, sta danzando.”
Sfido chiunque a descrivere questa perla meglio di così. È semplicemente un disco incantevole, avvolgente, sinuoso, a tratti disturbante. Musica di ricerca che riesce anche a essere accessibile. Sarà sicuramente in tante top 10 di questo 2023.
Luca Di Maio