Boymum di Ruth Whippman è un libro importantissimo per chi ambisce a crescere figli maschi cercando di non sottometterli alle regole sociali e culturali in cui siamo tutti e tutte immersi (che hanno un nome, ma continuo a non dirlo per non spaventare i moderati).

Purtroppo, non esiste ancora in traduzione italiana, comunque ne ho scoperto l’esistenza grazie alla newsletter Maschi del Futuro di @francescatherebel, la quale qualche settimana fa ha intervistato l’autrice. Si tratta di un saggio-memoir in cui Whippman racconta la sua esperienza di donna femminista che si trova a crescere tre figli maschi scalmanati. È la natura o la cultura a determinare il maschio così come lo conosciamo? Cosa possiamo fare per evitare di crescere dei maschi tossici patriarcali (oddio, l’ho detta)?

Non ci sono risposte o lezioni all’interno del libro, se vogliamo è in grado di farci venire tanti dubbi. Ma dubbi buoni, dubbi che puntano nella direzione del bene, nel voler vedere il bene anche quando di fronte abbiamo tutto questo marcio. Tra le varie cose, l’autrice intervista alcun incel (membri di una sottocultura online costituita da individui che attribuiscono il fatto di non essere in una relazione sentimentale al loro non essere attraenti e di conseguenza colpevolizzano le donne che a loro dire detengono il potere relazionale) riuscendo a farci comprendere da dover vengono e le motivazioni per cui le loro posizioni di ritrovano a essere così estreme e pericolose. Partecipa anche a un convegno di genitori di maschi accusati di molestie in università (“Rapecon” con una buonissima dose di umorismo nero), parla con educatori intenti a lavorare sulla mascolinità, e tanto altro.

Adoro i libri che non forniscono risposte. A una risposta, preferisco dieci domande. Le risposte ci fanno credere di avere finito, mentre le domande ci spingono a continuare la ricerca. E non si ha mai realmente finito.

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