I dischi meravigliosi arrivano anche in autunno. Francesca Bono con Crumpled Canvas ci regala infatti quella che si può annoverare tra le migliori uscite italiane dell’anno. Dopo gli Ofeliadorme e soprattutto dopo Suono in Un Tempo Trasfigurato in compagnia di Vittoria Burattini, l’artista bolognese arriva al debutto solista e lo fa con trenta minuti di un dream rock/pop incantevole.

Si tratta di un disco oscuro e affascinante che disegna atmosfere cupe, ma anche romantiche; inquietanti, ma anche rilassanti. È la voce di Francesca la vera guida del disco, e anch’essa oscilla tra momenti suadenti, altri più ferali e altri ancora più sognanti. Gli arrangiamenti sono interessanti e raffinati; in grado di risultare attraenti per chi ama l’avanguardia, ma allo stesso tempo accessibili anche per chi ha voglia di ascoltare semplicemente qualche bella canzone. Ripetizioni batteristiche, psichedelia, trip hop, distorsioni violinistiche, synth avvolgenti, organo, chitarra che si affaccia al rock senza mai entrarci dentro, piano, giri acustici, elettronica. Tutto senza perdere mai di vista la canzone e la melodia. Non è mica facile, per niente.

Paragoni con alcuni lavori di PJ Harvey e l’ultimo di Beth Gibbons non sono troppo altisonanti, anzi.

0 0 votes
Article Rating