“Un gioioso, difficile rumore”. Torna sempre questa citazione da un comunicato dei Godspeed You! Black Emperor che usarono per descrivere la loro musica accostandola a Friends and Neighbours di Ornette Coleman. E torna anche il “gioioso” che scrissi qualche settimana fa. “Gioioso” che stride che il mood generale della loro proposta apocalittica; dal vivo stride un po’ di meno, ma l’elemento gioia non è mai il primo a venire in mente. Ma c’è. È forse più concettuale che pratico; perché il mood generale è malinconico, teso, talvolta anche angosciante, ma la gioia alla fine esce sempre. La si prova durante uno dei tanti climax chitarristici, ma ancora più spesso succede chiudendo gli occhi e seguendo il proprio corpo. Ci si rende conto di ondeggiare, di seguire un movimento senza sapere bene un perché.
Guardare un concerto con gli occhi chiusi è quasi un altro ossimoro, una contraddizione in termini, uno sfidare il buon senso. Io però lo faccio spesso. Con gli occhi aperti mi incanto sulla chitarra con l’archetto, sul contrabbasso, sulle due batterie, mentre a occhi chiusi mi sento immediatamente trasportato in un’altra dimensione. Percepisco il mio corpo come sollevato dall’insistenza delle note e talvolta cullato, talvolta travolto, talvolta schiacciato.
Quando si tratta di Godspeed You! Black Emperor trovo quasi irrispettoso concentrarsi sulle composizioni suonate, sulla performance o su qualsiasi altro aspetto tecnico; si è sempre al cospetto di qualcosa di organico che deve essere assimilato per quello che è, impossibile da ridurre e scomporre nelle sue parti senza vederne evaporare l’essenza.
Ma The Sad Mafioso gente, che roba…