Dopo quasi cinquant’anni di carriera e 17 album in studio, dopo 26 anni di mia venerazione per loro e 19 concerti visti, con tutti i membri del gruppo che vanno verso i settant’anni, gli Iron Maiden sono sempre i più grandi di tutti.
Un concerto maestoso. Grandi classici alternati a futuri tali si sono susseguiti senza sosta per quasi due ore. Bruce Dickinson vocalmente e fisicamente monumentale con una “The Trooper” cantata come non mai, e in penultima posizione. Adrian Smith vero dominatore della serata grazie al SUO disco “Somewhere in Time” ; quella sera mi avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa, gliela avrei data. E così tutti gli altri. Due momenti salienti: “Marchiiiinnnnn onnnn” (“Alexander The Great”) e “Love in anger, life in daaaanger” (“Hell on Earth”), come a sottolineare il filo conduttore tra passato e presente del gruppo, come a sottolineare la loro relativa immortalità, come a sottolineare il loro amore sconfinato per quello che sono e quello che fanno.
Gli Iron Maiden. Eterni.

P. S. : organizzazione imbarazzante è dir poco. Mi sono sentito letteralmente una bestia, ma non ne parliamo oggi. Dopotutto, Always Look At The Bright Side of Life.

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