A inizio anno stavo facendo ricerca per un progetto che ho al momento congelato, ma questa attività mi ha dato modo di leggere alcuni testi interessanti, tra cui La Teledittatura dell’amico Giuseppe Giusva Ricci. Si tratta di un saggio del 2003 che racconta la genesi e lo sviluppo del berlusconismo attraverso il suo dominio radio-televisivo-editoriale.
I parallelismi con quello che sta succedendo adesso grazie ai social network sono infiniti; se vogliamo Berlusconi fu anche più audace rispetto ai nostri contemporanei riuscendo a mettersi in prima persona su qualsiasi fronte possibile.
La cronologia dell’ascesa del Cavaliere da palazzinaro a Presidente del Consiglio è presentata in modo fattuale e inappuntabile con particolare attenzione posta sulle televisioni: lo strumento principe utilizzato per modificare artificiosamente il pensiero, la cultura e il costume degli italiani. Cito “Le tv berlusconiane sono un’orgia perenne di “divertimento” basato su sesso & prodotti, denaro e carnalità, un’oppiacea alterazione della realtà vissuta da milioni di italiani quale evasione dal proprio presente. Un meccanismo da allucinazione collettiva che, come per gli stupefacenti, al momento esalta e stordisce creando dipendenza, ma poi esaspera frustrazione, nevrosi e alienazione”.
Il lavoro che più mi ha colpito è stato quello sulle fonti: tra le varie ho trovato interessanti alcune citazioni da un improbabile libro di Bossi scritto dopo il “tradimento” a Berlusconi, tutte le sentenze che hanno definito illegale il monopolio televisivo senza che la politica facesse mai nulla per limitarlo, ma soprattutto la riproduzione di alcuni verbali di riunioni dello stato maggiore di Fininvest del ‘92/’93 recuperati da degli atti processuali. Nero su bianco un gruppo di uomini potenti decideva le sorti politiche del paese; non che non mi fosse già tutto estremamente chiaro, ma leggerlo lascia un sapore diverso.
Libro da insegnare a scuola. Peccato solo che non sia più in stampa.