“ASMR”. Una lettrice ha risposto così a un mio video di Mathieu Ball che inonda di feedback e riverbero le prima file dell’Estragon in attesa dei Godspeed You! Black Emperor. In quella storia Instagram scrissi: “Forse son strano io, ma trovo che questo rumore sia in qualche modo gioioso. Ha su di me un effetto simile a quello della musica classica, mi culla volendo. Buffo”. E lei mi ha risposto “ASMR”. Un’altra invece “gioioso no, ma piacevole sì” (su “gioioso” ci torno in un altro post).

La prima riflessione che mi viene è di smettere di sentirmi unico, di smettere di sentirmi quello diverso; il solito fenomeno che percepisce più degli altri, diverso dagli altri. Non è così, non siamo così important e unici. Ho percepito quello che c’era, ovviamente. Un rumorismo controllato, solo apparentemente improvvisato dal chitarrista canadese, come del resto è tutta la discografia dei suoi Big|Brave, e fatto di feedback, distorsioni e riverberi, che anche da un minuto registrato male sotto il palco passa come qualcosa di calmante. E lo è, nonostante la contro intuitività della cosa.

Anche se forse nel momento in cui ci si distrae, torna a essere rumore. È solo quando riusciamo a prenderci il tempo per concentrarci su quello che succede, che il tutto si trasforma in qualcosa di terapeutico. Veniamo premiati per avere dato noi stessi a questa musica, e lei come per riconoscenza, ci restituisce pace.

Sono curioso di sentire la vostra.

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