Lo scorso Agosto, durante quel breve periodo in cui si è potuto riprendere una quasi-normalità, il Natale non poteva essere più lontano dalla mia mente. Sono andato in Sardegna con la famiglia, fuggito appena prima il dramma delle quarantene, e pensavo a godermi le poche settimane che ci avrebbero separato da un nuovo pseudo-lockdown. Tuttavia questo sorprendente annuncio è riuscito in un qualche modo a proiettarmi direttamente sotto l’albero.
Jon Schaffer e Matt Barlow di nuovo assieme dopo quasi dieci anni. Forse avete avuto modo di leggere la mia dichiarazione di amore eterno per il magnifico cantante, e forse avete avuto modo di carpire quanto io abbia amato gli Iced Earth con lui alla voce. O forse no, in realtà credo che pochissimi possano capirlo. Fatto sta che vederli di nuovo assieme è riuscito a scaldarmi il cuore come poche cose possono fare.
Bene, sono di nuovo insieme. Gioia e gaudio. Però Barlow non rientra negli Iced Earth. Quindi cosa faranno? Un concept sulla guerra d’indipendenza americana? Un disco quasi thrash metal alla Burnt Offerings? Un memoriale sull’11 Settembre? Dopo Spawn mettono in musica City Hunter? Vanno in medio oriente a sparare ai terroristi? Onestamente avrei ritenuto tutte queste alternative più plausibili rispetto a un album di Natale. Per dirla all’americana: WHAT-THE-FUCK??!!
Nonostante il WTF imperante come un bravo soldato sottoscrivo il loro Kickstarter ordinando il vinile nero. E aspetto.
Passano circa 3 mesi, il vinile nero è ancora in produzione, ma in anteprima per noi finanziatori arriva il disco in digitale ad alta risoluzione e… WOW.
Per una qualche ragione avevo dimenticato perchè amo Matt Barlow. Con la sua caldissima voce baritonale riesce a rendere qualsiasi cosa meravigliosa. O quasi. Il suo progetto We Are Sentinels proprio non l’ho capito e visto il tema glaciale temevo che questo Winter Nights sarebbe stato qualcosa di simile. Mai un pregiudizio fu così errato, per fortuna.
Adesso non voglio far pensare al capolavoro della vita, stiamo sempre parlando di un album di Natale. Ci sono quattro classici a tema in versione metal, una di queste in versione acustica e due ballate degli Iced Earth ri-arrangiate per l’occasione.
Parto dal peggio. Watching Over Me e I Died For You sono due tra le ballate metal più belle di sempre e semplicemente non andrebbero toccate. Entrambe queste nuove versioni non sono necessarie, ma quella di Watching Over Me è quasi dannosa. Non si spiega come i due autori abbiamo anche solo potuto pensare di martoriarla in questo modo. La sua bellezza era nella sua semplicità e nell’emozione che la voce di Matt trasmetteva a ogni singola sillaba. Suggerirei di non ascoltarle proprio e dedicarsi a quelle di Alive in Athens.
Ergo, ancora più sorprendente, i pezzi belli sono quelli di Natale. Nonostante tre su quattro siano sostanzialmente sconosciuti in Italia, l’arrangiamento Schafferiano riesce a restituire comunque uno spirito natalizio unito a quella dolcezza e quella carogna tipica degli Iced Earth Barlowiani.
Il pezzo che conosciamo è Silent Night, noto a casa nostra come Astro del Ciel, ed è semplicemente la canzone di Natale definitiva. La versione metal è esattamente come descritto sopra: un misto tra calore e carogna difficilmente immaginabile. Quella tradizionale invece riesce a farmi sciogliere anche le budella. Vorrei che Barlow cantasse la ninna nanna a mio figlio tutte le sere.
Gli altri tre pezzi We Three Kings, Do You Hear What I Hear? e Little Drummer Boy si mantengono su un livello paragonabile. La prima è epica, imponente e pensante, le altre due sono più simili a delle ballatone degli Iced Earth, ma sempre con quella spruzzata di neve e stelle a renderle più solenni e natalizie.
Gli arrangiamenti sono semplicemente molto ispirati. Il che è sorprendente dato che Jon Schaffer non produce nulla di vagamente ascoltabile da Dystopia (nel 2011, e quello fu un incidente di percorso perchè prima dobbiamo arrivare al 2004 e The Glorious Burden per trovare un disco decente), anche se effettivamente qui non ha dovuto realmente scrivere dei pezzi. Tuttavia mi piace pensare che il ricongiungimento con Matt lo abbia nuovamente ispirato e che il secondo capitolo di questo progetto possa essere del materiale originale che mi fa battere il cuore come i dischi fino a Horror Show.
Su Matt invece che dire? La sua voce continua a essere incantevole. Quando evita di inserire delle inutili armonie è davvero tutto meraviglioso. I passaggi caldi e dolci sono sempre stati il suo forte e si sposano alla perfezione con il Natale, ma riesce a regalarci anche dei momenti quasi growl e un paio di urla di testa come solo lui sa fare. Una meraviglia appunto.
Tra pochi giorni uscirà il nuovo singolo del gruppo di Matt Ashes of Ares, con l’album in arrivo nel 2021; mentre immagino che ci toccherà a breve un altro pallosissimo disco degli Iced Earth, sperando almeno di evitare un quarto tragico Demons & Wizards.
Idea: se non volete scrivere nuove canzoni perchè non fate registrare a Matt le voci del primo album dei Demons & Wizards? Come rendere immortale un disco già meraviglioso. Oppure ri-arrangiate delle canzoni per bambini. Io comprerei tutto. TUTTO.
Luca Di Maio