Oggi parliamo di Matt Barlow, colui che non esito a definire la miglior voce metal vivente.

L’affermazione è forte e prima di essere massacrato la voglio circoscrivere. Ho detto “miglior voce” e non “miglior cantante” in quanto la seconda è inevitabilmente appannaggio di Bruce Dickinson in quanto frontman a tutto tondo (questa è la prova). Di contro, se guardiamo semplicemente alla voce, Matt raggiunge livelli difficilmente eguagliabili da tutti i cantanti più blasonati del pianeta.

A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, Matt è più baritono che tenore. La sua estensione è di poco meno di quattro ottave, come per molte altre voci Heavy/Power Metal, ma le sue sono spostate in basso e per gli alti non fa quasi mai uso di falsetto. Il risultato sono dei bassi bassissimi (fino a un LA2) alternati a degli alti cantati di testa veramente molto pieni (fino a un SI5). Oltre alla tecnica e all’estensione ha una capacità di trasmettere emozioni fuori dalla norma; soprattutto sul registro basso riesce a portare alle lacrime con una facilità disarmante. Nella cassetta allegata trovate pezzi selezionati principalmente per esaltare la sua estensione e la sua tecnica.

Matthew Barlow nasce nel 1970 a Biloxi, Mississipi e muove i primi passi nel mondo della musica all’interno dei Cauldron tra l’88 e il ’93. Il gruppo rimane sostanzialmente sconosciuto ai più, non avrà mai un contratto discografico e in cinque anni registrerà solamente due brevi demo. Suonano qualcosa a metà tra l’heavy e il thrash metal. Matt è ancora acerbo e il registro basso, quasi growl, la fa da padrone; le urla in secondo piano iniziano però a sentirsi. Qui potete trovare il video YouTube di una canzone che i fan degli Iced Earth certamente riconosceranno.

Appunto, gli Iced Earth. Il gruppo guidato da Jon Schaffer aveva appena fatto fuori il secondo cantante su due album e sorprendentemente si butta sul baritono Matt Barlow per registrare Burnt Offerings: il disco più oscuro dell’intera produzione del gruppo. La voce di Matt è semplicemente perfetta per le atmosfere Dantesche che vi troviamo; ha raffinato la sua tecnica rispetto ai Cauldron, ma continua a utilizzare gli alti con molta parsimonia. 

Il disco successivo è invece The Dark Saga che, assieme a Something Wicked This Way Comes, segna una svolta più classicamente heavy metal per gli Iced Earth, ma soprattutto la definitiva maturità di Matt Barlow, il quale utilizza appieno tutta la sua estensione. A Questioni of Heaven riassume in otto minuti tutto quello che sto cercando di dirvi, soprattutto nella sua versione dal vivo.

Esatto, dal vivo. Abbiamo svariati esempi di cantanti splendidi su disco, ma che dal vivo tendono a deludere con costanza, invece con Matt ci troviamo regolarmente a preferire le versioni live a quelle in studio. Aiuta molto che Alive in Athens sia uno dei migliori dischi dal vivo mai registrati, ma la sua prestazione è semplicemente qualcosa di irreale. Aggiungo che Matt in studio fa un uso molto spinto delle armonie vocali che sporcano troppo la sua voce meravigliosa; dal vivo invece è solo lui, su una traccia singola, con pochissimi effetti e va rigorosamente più in alto che in studio. Ascoltate anche Dracula per farvi un idea.

Tornando alla storia, segue un altro grandissimo disco chiamato Horror Show e poi il primo dramma. Matt decide di lasciare gli Iced Earth per entrare in polizia, complice una sorta di crisi esistenziale dopo l’11 Settembre. Acconsente a rimanere per registrare The Glorious Burden, lo registra, ma Schaffer è scontento del risultato, lo licenzia, e chiama Tim “Ripper” Owens per ri-registrare tutto. Nonostante il lavoro magistrale di Ripper, pagherei per sentire la trilogia Gettysburg (1863) cantata da Barlow. Matt poi scompare completamente dai radar, siamo nel 2003.

Dopo quattro anni di silenzio il gruppo Power/Prog Danese Pyramaze annuncia di aver reclutato Matt Barlow come nuova voce per il loro imminente album Immortal. Il suo ritorno sulle scene è immenso. Il disco è di altissima qualità e la sua prestazione è di un livello anche superiore a quello a cui ci aveva abituato. A Beautiful Death e Shadow of the Best sono un chiarissimo esempio di quello che Matt può fare.

Contemporaneamente Schaffer decide di telefonare a Matt per chiedergli di rientrare negli Iced Earth dopo due album con Ripper. Matt non può rinunciare, gli è stato promesso che potrà continuare a fare il poliziotto e che i tour del gruppo verranno organizzati in modo da permetterglielo. Quindi registrano un nuovo disco (The Crucible of Man, molto deludente come il precedente; poco ispirato e strapieno di armonie vocali, la voce di Matt non esce quasi mai dal muro di suono) e vanno in tour, dove Matt fa giusto in tempo a massacrare Ripper su Declaration Day. Le due volte in cui l’ho visto dal vivo cantare la parte alta finale ho notato una totale incredulità da parte di tutto il pubblico. Come fa a tenere quelle note così a lungo e soprattutto così pulite? Il massacro del buon Ripper mi porta inevitabilmente a parlare delle cover.

Durante le loro carriera gli Iced Earth hanno registrato un buon numero di cover che ci permettono di sentire Barlow a confronto con tante grandissime voci degli ultimi 40 anni di musica. Su The Ripper e Screaming for Vengeange prende Halford, lo accartoccia e se lo mangia: la sua voce ha una potenzia unica condita da un’infinta emotività. Su Shooting Star si occupa di Paul Rodgers e quando urla “If you listen to the wind you can still hear him play” la pelle d’oca è d’obbligo. Paul Stanley è facile, mentre Ozzy su Black Sabbath e, soprattutto, Bruce Dickinson su Hallowed Be Thy Name sono più ostici, ma Matt ne esce alla grande senza scimmiottarli e mettendo la sua impronta su due pezzi decisamente impegnativi. Infine la cover delle cover: qui potete ammirare il Caporale Matthew Barlow in divisa cantare l’inno nazionale americano. Notate anche voi l’immenso sforzo di contenimento dell’urlo finale?

Lascerà di nuovo gli Iced Earth nel 2011, complice lo stravolgimento totale del mondo della musica. Le band non vanno più in tour per vendere dischi, ma registrano dischi per poter andare in tour, e lui non ha voluto lasciare la carriera in Polizia. Gli Iced Earth reclutano l’ottimo Stu Block, mentre Matt decide poco dopo di formare gli Ashes Of Ares assieme all’altro ex Iced Earth Freddie Vidales e all’ex Nevermore Van Williams.

Il primo disco degli Ashes of Ares alterna momenti di grandissimo metal in stile Iced Earth, a momenti un po’ troppo monotoni. In generale suona molto monolitico e con poca dinamica, probabilmente il fatto che si tratti del primo album composto interamente da Freddie Vidales incide negativamente. Qualche bel pezzo c’è e Matt continua comunque a brillare di luce propria.

Altri sei anni di silenzio e si arriva ai giorni nostri. Il 2018 è piuttosto pieno per lui in quanto debutta il suo nuovo progetto We Are Sentinels assieme al tastierista dei Pyramaze Jonah Weingarten, arriva il secondo disco degli Ashes of Ares e…assistiamo a un gradito ritorno.

We Are Sentinels è stata un’idea interessante: concettualmente metal, ma solamente tastiera, orchestrazioni e voce. Il risultato purtroppo è di dieci lunghissime intro che somigliano molto alla sigla di Game of Thrones, con la voce di Barlow così surclassata dalle armonie che potrebbe essere anche la mia (no, la mia no). In cassetta trovate la loro versione di Holy Diver, che non è nemmeno niente di speciale, ma almeno ci dà l’occasione di sentire Matt che interpreta il sommo Ronnie James Dio.

Il nuovo Ashes of Ares è invece un grande ritorno. Più incisivo del primo, più vario, con un ottimo lavoro sia ritmico che solista di Vidales, e con Barlow sempre sugli scudi. A quasi 50 anni riesce ancora ad arrivare alle note più alte della sua vita.

Chiudiamo con qualcosa che ha fatto commuovere tutti i fan di Barlow e degli Iced Earth. Il 19 Marzo 2018 durante l’esecuzione di Watching Over Me a Baltimora compare Matt sul palco e, nell’incredulità di tutto il pubblico, canta solista a partire dalla seconda strofa, duettando poi con Stu Block sui ritornelli. La differenza tra un ottimo cantante e un angelo caduto dal cielo. Speriamo che continui a vegliare su di noi e farci sentire la sua voce per tanti anni ancora.

[AGGIORNAMENTO Dicembre 2020.]

Nel 2019 abbiamo avuto il piacere di assistere a un nuovo momento unico: durante il tour americano dei Demons & Wizards (il gruppo di Jon Schaffer e Hansi Kursch dei Blind Guardian) entra Matt a sorpresa per una meravigliosa versione di I Died For You e niente, lacrime agli occhi.

Nel 2020 invece viene annunciato il Schaffer / Barlow Project. Le due anime degli Iced Earth si riuniscono per la realizzazione di… un album di Natale! Eh? E invece Winter Nights è sorprendente.Cominciate con l’ascoltarvi le due versioni di Silent Night per rimanere stupiti!

Inoltre a fine Dicembre uscirà un nuovo EP degli Ashes of Ares con un inedito e due cover. Si tratta di una piccola anticipazione del nuovo album in arrivo nel 2021. Barlow dovrebbe essere obbligato per legge a cantare in almeno un disco all’anno. La sua voce non mi basta mai.

Luca Di Maio

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