Dopo il torrente di emozioni scatenato dal primo concerto al chiuso propriamente detto, posso fare un report un po’ più canonico per raccontare la calata in Italia dei Mogwai, documentata al bellissimo Vox di Nonantola.

Prima di parlare dei Mogwai, però devo assolutamente dire due cose sui bdrmm, il gruppo di apertura. Wow! Arrivo al Vox da solo e affannato a concerto cominciato da pochissimi minuti, c’è ancora pochissimo pubblico (il locale si riempirà, è infatti sold out da qualche giorno), ma c’è anche un volume pazzesco. La prima cosa che mi chiedo è come faranno i Mogwai a far notare il loro proverbiale volume (ce la faranno), ma la seconda è quanto cazzo spaccano questi bdrmm!

Mi sembra di entrare in un universo parallelo in cui new wave e post-punk hanno convissuto con shoegaze e drum’n’bass suonata. Ascoltando la chitarra sono gli Smiths, se guardi il basso sembrano i Joy Division, batteristicamente si trovano tra i Pendulum e la drum’n’bass più dritta, mentre vocalmente sembrano spesso gli Slowdive. Allo stesso tempo trasudano un’energia straripante, seppur non siano così mobili sul palco. Il gruppo ha all’attivo un disco uscito nel 2020 e una pletora di singoli e remix; ve li straconsiglio.

Il Vox si riempie, io mi trovo in seconda fila centralissima pronto a farmi uno shampoo di volume. Passa una mezz’ora scarsa e con il basso profilo che li contraddistingue salgono sul palco Stuart Braithwaite e soci. Niente intro, salutano con calma, imbracciano gli strumenti e attaccano prevedibilmente con l’opener dell’ottimo As The Love Continues.

Per mille ragioni questa è stata la prima volta con i Mogwai, e finalmente le mie altissime aspettative sono state ripagate totalmente. Se li confronto con i Maybeshewill visti di recente trovo pochissimi punti in comune. Gli inglesi non stavano fermi un secondo sul piccolissimo palco del Circolo Magnolia; invece gli scozzesi sembrano inchiodati al pavimento di questo palco enorme. Ma non importa, per una volta parla la musica. Devo infatti ammettere che siano riusciti a trasmettermi molte più emozioni i Mogwai nella loro staticità, rispetto ai Maybeshewill nella loro frenesia. Sarà per la varietà del repertorio, sarà il volume, sarà lo strano carisma hipster che innegabilmente trasmettono, ma io mi sono divertito e emozionato come di rado è capitato.

Pezzi da headbanging, pezzi da ciondolamenti shoegaze, un paio assolutamente ballabili (mai avrei pensato di voler ballare a un concerto dei Mogwai), altri da rimanere a bocca aperta. Certo, chi li ha visti mille volte faticherà a impressionarsi sempre per le esplosioni in Like Herod, ma per quanto mi riguarda ho pensato che il Vox stesse per scoperchiarsi. Durante il primo passaggio piano c’è stato anche un bellissimo urlo dal pubblico “SILENZIOOOOOO!!!!” rivolto ad alcuni soggetti che non stavano capendo il momento catartico.

La setlist è stata per quasi metà incentrata su As The Love Continues, e per il resto è andata a pescare su quasi tutti i dischi del gruppo. I pezzi nuovi non sfiguravano assolutamente al cospetto dei più blasonati, e ho particolarmente apprezzato la chiusura con Ceiling Granny. In generale rispetto tantissimo gli artisti con quasi trent’anni di carriera che continuano a dare valore alla loro produzione recente; senza cadere nel tragico carrozzone revivalistico e autocelebrativo.

L’intermezzo dance di Remurdered è stato un altro momento saliente, così come I’m Jim Morrison, I’m Dead, It’s What I Want To Do, Mum e la sempre emozionante Two Rights Make One Wrong. Come aprire il cuore in due con il solo potere della musica.

Il volume è stato all’altezza delle aspettative, con la grancassa che sembrava aprirmi il torace in due ad ogni colpo. Anche il pubblico mi è piaciuto: coinvolto, carico e rispettoso. Se questo calore mancava così tanto a me, non oso pensare quanto potesse mancare ai musicisti.

E basta. Questa volta volevo solo raccontare qualcosa di bello senza molte pretese. Chi già conosce i Mogwai dal vivo sono sicuro che sappia di cosa sto parlando; chi non ha mai fatto questa esperienza, dovrebbe farla. Non se ne pentirà.

Luca Di Maio

Questa è la playlist con la setlist della serata:

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