BOMBA CLAMOROSA.
Fosse per me, la recensione potrebbe finire qui. Facciamo però un passo indietro.

Sabato di fine aprile, interno notte.
Avevo un programma formidabile (cit.): moglie a un incontro di yoga, birra gelata, benessere, Car Mechanic Simulator 2021, metallo.
Spulcio i vari canali talli di Youtube in cerca di qualcosa di adatto al momento. D’altra parte, non si può infilare un V8 sovralimentato su una Golf seconda serie ascoltando i Messa.

Steel di qua, Sword di là…. Finchè un nome cattura la mia attenzione.

PALANTYR.

Con l’espressione di Loris Batacchi mentre seduce una ziovine nel magazzino delle poste, spingo play.

E niente, a 0.56 di Shan-E-Sorkh ero già pronto a marciare su Berlino per issare la bandiera rossa sul Reichstag (dove sarebbe dovuta rimanere, ma sto divagando).

Accantonando i miei propositi rivoluzionari, permettetemi di presentare la band: i Palantyr, originari di Thionville, Francia, nascono sulle ceneri dei (a me sconosciuti) Destrukt, e da quanto ho letto in rete questo album è una riedizione dell’EP The Ascent con l’aggiunta di tre brani.
I transalpini propongono un Heavy Metal ortodosso, fiero, aggressivo e battagliero, in cui la furia Speed Metal si fonde e si bilancia alla perfezione con l’epicità dell’Epic Metal più colto.

Avanguardia di cotanto ben di Dio è la voce della frontwoman Athena:
evocativa e potente, direi che si può tranquillamente paragonare a Sarah Ann degli Smoulder o alla nostra Michela d’Orlando, capace come loro di interpretare i brani con pathos e rabbia, creando un valore aggiunto non da poco.

Anche la produzione è perfetta: “grezza” ma nitida ed efficace, in cui tutti gli strumenti e la voce hanno il giusto risalto e ben si sposano con il feeling pugnace che erutta dalle 6 tracce.
Parlando proprio delle suddette tracce, senza scadere in uno schematico track by track, segnalo ancora l’opener Shan-E-Sorkh e la maestosa Son of the White Mare, perle assolute di un’opera che rientra comunque di diritto nella categoria “all killer, no filler”.

In conclusione, abbiamo davanti un album che farà sicuramente la gioia di chi ama l’heavy metal nelle sue definizioni più pure e cristalline, scritto da una band che ha tutte le carte in regola per far parlare molto di sé negli anni a venire. Anche se siamo solo in maggio, questa uscita rientrerà sicuramente nella mia top ten del 2025.

VOTO: 9 (perché 10 è solo per Somewhere in Time e Into Glory Ride)

Emanuele Antolini

Era un pezzo che non avevo un ospite. Ringrazio colui che è il mio fornitore unico di metallo ortodosso. Quando ho bisogno di qualcosa di nuovo, vado sempre da lui e non si sbaglia MAI. (Luca Di Maio)

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