SKAM!
Sembra un’imprecazione. In effetti, se urlato, suona come una parolaccia! “E ‘STI SKAM!” In realtà è una parola strana. Ed è il titolo di una serie televisiva atipica, o meglio, tipicissima, del 2018. Nulla di nuovo, eh, non fraintendetemi. Il tema centrale della serie sono i riversamenti emotivi di un gruppo di adolescenti, solo che lo fanno nel modo in cui si relazionano i ragazzi del 2018.
Quindi, come Dawson’s Creek, come The O.C., nulla di nuovo. Ciò che è innovativo ed estremamente funzionale a questi tempi fatti di solitudini ed egotismi, è la centralità dei social nella narrazione e il fatto che non siamo dinnanzi ad una serie, quanto ad un fenomeno immersivo che, limando i confini tra realtà e finzione, assottiglia la distanza tra i personaggi e il telespettatore.
Sto scrivendo di getto, dato che questo fenomeno mediatico, non solo seriale, è veramente efficace. Potrebbe realmente aver aperto nuovi modi di intrattenere le persone e dio solo sa, quando ero ragazzina, quanto fu impattante Dawson’s Creek. Per certi versi quella maledetta serie diventò il centro del dialogo con le amiche, ma soprattutto, plasmò il modo di vivere e di pensare alla sessualità, all’amore, alla morte, alle violenze di una generazione. Anche qui, drammi adolescenziali, come tema principale associati ad una spruzzatina di “scontro” con la vita da adulti. In effetti, nella prima puntata delle peripezie di Dawson, come nella prima puntata riguardante Eva, non succede pressoché nulla. Ed è per questo che si chiamano Drammi adolescenziali. Crescendo ce lo dimentichiamo, ma a 13, 15, 17 anni, tutto ciò che ci accade attorno è ENORME, molte volte distruttivo. Sul serio, non esagero: se a noi, 15 anni fa, riusciva leggermente meglio la gestione dell’emotività, per i mitologici 2000 è qualcosa di devastante. Anche solo la litigata o la piccola incomprensione con un’amica possono diventare scogli gargantueschi da superare.
Quindi ricapitolando, SKAM parla di adolescenti. Parla, per la precisione, di come gli adolescenti di oggi metabolizzano e affrontano grandi problematiche e piccoli screzi. Perciò come dicevo poc’anzi, serie tipicissima, ennesimo tentativo della vecchia generazione di parlare e comprendere la nuova. Quindi? Da dove nasce tutto st’entusiasmo? Nasce dal fatto che questa volta ci riesce. Sul serio. Passando sotto al naso dei vecchiardi degli anni ’80 e ’90, senza pubblicizzazioni, senza ufficio stampa, senza NULLA DI NULLA.
Il fenomeno è nato in Norvegia, e Skam Norway parla dei modi di vivere degli adolescenti Norvegesi, con l’alternarsi di luce e buio, col problema dell’alcool ad ogni ora, con un approccio alla sessualità molto più spicciola e senza fronzoli rispetto alla nostra. L’ideatrice, Julie Andem, ha preparato la produzione sottoponendosi ad ore e ore di interviste con adolescenti, ed è stata lanciata sui social senza alcun tipo di pubblicità. Ha voluto che gli adolescenti la trovassero da soli. Come ha fatto? Ha creato forse un profilo della serie, con i contenuti speciali? Ha forse rilasciato interviste? Ha forse organizzato incontri nei Licei dove la serie è ambientata? No, nulla di tutto ciò. Ha creato ed inventato la prima produzione 24h su 24h. Ogni personaggio è dotato di profili social, siano essi Instagram, Facebook, Musically, Snapchat o Tik Tok.
Ogni personaggio della serie, ha iniziato a girare per quei licei, come liceale virtuale. Esistevano, giravano per quelle aule ma di fatto erano attori. Attivissimi attori social. Ogni profilo è “reale” nella misura in cui l’attore posta, pubblica, condivide materiale INTEMPOREALE rispetto a ciò che accade nella serie. Non escono “puntate” ma spezzoni, chiamati “Clip”. Ogni giorno, in un dato momento, casuale per lo spettatore ma funzionale alla storia, viene pubblicato qualcosa, che può essere un girato, di tempo mai superiore ai 5 minuti della durata tra i 2 e i 15 minuti, oppure una chat di WhatsApp, o un vocale, o un contenuto dei social citati.
I personaggi possono essere aggiunti sui vari portali e interagiscono con il pubblico in modo continuativo, sia attraverso alcune risposte ai commenti, o attraverso le “storie”. Ogni settimana esce anche un “episodio” riepilogativo, se così lo si può chiamare, in cui vengono leggermente ampliati gli spezzoni filmati, ma dal quale sono assenti i contenuti dei social. La durata degli episodi è variabile, MOLTO variabile, dai 20 ai 50 minuti. Guardare solo le puntate riepilogative è straniante, dato che tra una scena e l’altra può esserci stato un dialogo per messaggio molto importante, magari risolutivo di un’incomprensione, che però non viene mostrato.
La prima puntata, sono sincera, avendola vista con un anno di ritardo, mi era parsa vuota, a tratti inconsistente, a tratti contraddittoria. Da brava vecchia non avevo minimamente calcolato i social. Una volta scoperto il meccanismo ho recuperato la puntata e tutto è diventato lapalissiano. Oserei dire quasi cristallino. Se Dawson ci ubriacava coi suoi monologhi su come si sentiva su determinati argomenti, ecco che la nuova generazione invece parla a sguardi, a faccine disegnate, ma non per questo si tratta di una generazione vuota. Anzi, per certi versi è molto più aperta, più corretta politicamente di quanto noi potremmo mai essere.
Skam è trasmessa in Italia da TIM Vision, che però ha “tradito” il dictat “no pubblicità” esponendo un solo cartellone in Metropolitana a Milano in occasione del Gaypride. Il successo della serie è esponenziale infatti la ha superato vari record di visualizzazioni. Addirittura il primo episodio originale di Skam Norway, trasmesso a settembre 2015 è stato uno degli episodi più visti di qualsiasi serie sul servizio di streaming NRK TV di NRK. La terza stagione, andata in onda alla fine del 2016 ha battuto tutti i record sullo streaming su NRK TV. A partire dalla terza stagione lo show è diventato virale, fino a diventare un trend topic a livello mondiale in diverse occasioni. Anche da noi è stata premiata dall’italianissima RAI aggiudicandosi il 69° Prix Italia nella sezione Web con questa motivazione: “Una serie particolarmente ben scritta, recitata e diretta. L’opera affronta con intelligenza viva tematiche che coinvolgono gli adolescenti come amore, identità, sessualità, integrazione. Skam è un modello per il servizio pubblico del XXI secolo”.
Questa serie, che ora è stata riproposta in quasi tutte le nazioni europee, e partirà a breve in America, prevede, prima della sua realizzazione, almeno 100 ore di colloquio con adolescenti del posto, si pone l’obiettivo di far vedere la LORO ottica, e NON come in Dawson’s Creek, l’ottica degli adulti del momento che tentato di mettersi in contatto con il mondo degli adolescenti.
Skam, sembra una parolaccia, ma in norvegese significa VERGOGNA. Infatti dovremmo veramente vergognarci. Siamo talmente impantanati nelle nostre personalissime dinamiche di stress che non siamo in grado neppure di VEDERE che gli adolescenti di oggi si stanno creando già il loro mondo, e per fortuna, sembra sia più accogliente di quello che avevano preparato per noi. In base a cosa lo dico? Tra pochi giorni nella seconda parte di questo articolo la mia personalissima dissertazione sulla sinossi della serie.
Elena Liverani
P.S. Per quanto riguarda la cassetta relativa all’articolo, è stato deciso di inserire quella ufficiale della serie, e di non crearne una ad hoc, per un motivo ben preciso: non rispecchia gli standard qualitativi della redazione, ma rappresenta molto bene la serie in questione.
Articolo scritto davvero benissimo.. Mi sono trovata d’accordo su praticamente tutto ciò che ha scritto. Comunque vorrei far notare un paio di inesattezze: ad esempio, le singole clip possono variare dai 2 ai 15 minuti a volte, e il massimo non è di 5 minuti (l’ultima clip dell’episodio 2X08 infatti durava circa 13 minuti, se non erro); gli episodi riassuntivi che escono ogni lunedì non aggiungono niente alle clip già uscite nella settimana, si limitano a riunirle tutte insieme.
Nonostante queste piccole imprecisioni, non vedo l’ora di leggere la seconda parte!
Grazie del commento!
Per una vecchietta come me è difficile entrare fino in fondo nei meccanismi! Vedremo di correggere le durate.
La prossima parte uscirà il 23, con il tentativo di essere un ultimo colpo di coda dopo il finale di domani.
Sapendo che nessuna cosa finisce o ci lascia mai per sempre.