Avevo da non troppo scoperto di amare il metal, questo strano mondo da esplorare al di fuori della musica commerciale (o, come si diceva negli anni novanta, “truzza”) che proprio non mi dava emozioni. Aspettando che si facesse l’ora di entrare a scuola, entrai in edicola e vidi Rock Sound con in copertina dei tizi mascherati abbastanza inquietanti. “Adoro le maschere, dai prendiamolo, c’è pure il CD!”. Fu subito amore. Totale.
Erano gli anni del nu-metal, dei litigi tra Corey Taylor e Fred Durst, tra truzzi e rockettari, tra metallari…e metallari. C’erano ancora molte “etichette”, con lati positivi e negativi. Ho sempre pensato che gli squilibrati dall’Iowa siano riusciti a portare qualcosa di fresco alla scena musicale. Inserire in un gruppo metal (o nu-metal, che sia) percussioni, deejay, sampler…..maddai, si diceva, sono inutili! Chiaramente non sono stati i primi a portare una forte contaminazione di generi nel mondo del metal, per carità, ma non sono forse stati decisamente all’avanguardia? Tra tutti quelli che ci hanno provato sono sicuramente quelli che hanno ottenuto i risultati migliori, e anche il successo non ha tardato ad arrivare.
Ma mettiamo il turbo ed arriviamo a oggi. Dopo aver sfornato album su album sono riusciti a convincere anche i più scettici di aver sempre avuto un progetto ben chiaro in testa guidato da un frontman con la F maiuscola (scusate, ma un vero equivalente di “frontman” in italiano non lo trovo davvero). Con l’unico neo di StoneSourizzare – passatemi il termine – un po’ troppo gli ultimi album. Ecco, poi se ne escono con questo singolo All Out Life.
Ok, piano, è solo un singolo, ma io non posso non parlarne, davvero, non posso. Lo ammetto, questo pezzo mi ha riportato indietro di 18 anni (brrr), regalandomi la stessa adrenalina, misto curiosità, misto urlo in macchina, che a fatica mi hanno trasmesso i loro ultimi brani. Non che non ce ne siano stati di pazzeschi, tutt’altro, ma All Out Life mi riporta a (sic), all’arroganza del primo album, alla decisione di Iowa, alle sonorità di un quasi perfetto Vol.3… e si sa come siamo noi Mangiacassette, dei fottuti malinconici.
Ma cosa ci aspetta dal nuovo album? Confermerà le buone sensazioni del singolo? Noi non vediamo l’ora. Nel frattempo avete la nostra cassetta dedicata ai ragazzi di Des Moines, non focalizzata sui singoli o sui pezzi che li hanno resi famosi, ma su brani più di nicchia, che a mio avviso determinano al meglio la loro identità lungo tutto il loro percorso discografico. Un viaggio nel tempo da (sic) a All Out Life. Buon ascolto.
Fabio Baroncini
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[…] ammetto, le maschere mi piacciono molto (qualcuno ha detto Slipknot?): il fascino che si rifà al teatro greco, il mistero, la possibilità di urlare qualcosa […]
[…] altri gruppi che fondono musicalità e generi prima parecchio distanti tra loro. In prima linea Slipknot, Linkin Park e Limp Bizkit. Cantato rap e growl nello stesso brano, elettronica, mixer, riff […]