Il cinema di Sorrentino è tante cose. È fatto di immagini che parlano più di mille parole, ed è fatto di parole che parlano più di mille immagini. Ma è fatto anche di musica che spesso riesce a soverchiare immagini e parole grazie al potere del contrasto.
Non mi riferisco tanto alle composizioni originali di Pasquale Catalano, Teho Teardo o Lele Marchitelli, quanto alla sterminata quantità di materiale non originale accuratamente selezionato da Sorrentino stesso. Guardare un film del regista napoletano diventa un’esperienza sonora anche senza prestare attenzione. Rossetto e Cioccolato di Ornella Vanoni in Le Conseguenze dell’amore è semplicemente perfetta. Soffermandosi sulla scelta si realizza che nessun’altra canzone avrebbe potuto generare lo stesso effetto, e allo stesso tempo chi non si interroga su questi particolari riesce comunque a percepirne inconsciamente l’assoluta perfezione.
Ho menzionato la Vanoni e immagino già una pletora di nasi storti per la scelta da vecchi parrucconi (attenzione che si tratta di un pezzo arrangiato benissimo e con una vena rock imprevedibile), ma Sorrentino sorprende appunto per l’eclettismo totale delle sue scelte musicali. Ascoltando la playlist allegata la prima cosa che mi torna alla mente sono proprio le nostre Cassette del Mese. Si va dalla musica italiana, al post rock, passando per elettronica spinta, minimal, rock inglese, punk rock, wave, house, indie, classica, retro-wave.
Nel suo eclettismo le scelte stesse non sono mai banali. Si tratta generalmente di brani di nicchia, ma anche quando compaiono dei classici come I migliori anni della nostra vita ne Il Divo o The Passenger in This Must Be The Place l’effetto è quello delal doccia fredda. Non finisce mai per essere un momento amarcord fine a sé stesso, le canzoni sono sempre al servizio delle emozioni.
La cover di I Will Survive ne L’uomo in più descrive senza bisogno di parole la devastazione della vita dei due protagonisti diventando una scatola cinese di contrasti rispetto al suo stesso testo. I tedeschi Lali Puna sono co-protagonisti sia di Le Conseguenze dell’amore, che de L’amico di famiglia con la loro elettronica atmosferica. Il Divo è quasi più musica che parole. La house becera che si “ascolta” nelle feste romane, e che sarà ancora più becera ne La Grande Bellezza, funge da spiazzante contraltare alla personalità e ai silenzi di Andreotti. Vedere Cirino Pomicino ballare scatenato poco prima dell’esplosione di tangentopoli è esilarante e inquietante allo stesso tempo. Poi Da Da Da e si chiude. Si chiude nel dubbio, nella quasi certezza, con quel retrogusto di rancido che non dovrebbe andare più via, ma che va via, proprio grazie alla musica.
This Must Be The Place è il film più apertamente musicale della sua filmografia con David Byrne dei Talking Heads che presta il titolo e scrive assieme a Will Oldham tutti i pezzi del gruppo fittizio Pieces of Shit. Per assurdo è forse la pellicola in cui la musica è meno incisiva: talmente evidente nella narrazione che era giusto far prendere il sopravvento ai silenzi e alle parole.
I contrasti continuano a dominare e lo fanno ancora di più ne La Grande Bellezza alternando house becera a classica atmosferica composta appositamente per l’occasione. Come nel film precedente i silenzi si fanno più rilevanti proprio per la natura stessa della pellicola, questa volta per opporsi alla sguaiatezza delle atmosfere, a loro volta opposte all’occulta natura meditativa del protagonista.
Youth è colpevolmente sottovalutato nella filmografia di Sorrentino e vive di un contrasto opposto rispetto ai due lavori che lo hanno preceduto; riempiendo di musica un ambiente sommesso e silenzioso. La canzoni di Mark Kozelek riescono ad accompagnare un’angoscia difficile da creare solo visivamente, mentre l’esplosione di You Got The Love e dell’orribile Paloma Faith generano un senso di disagio proprio grazie alla loro profonda incongruenza.
The Young Pope e il suo seguito The New Pope sono al momento l’apice stilistico del regista e la musica ne è grandissima protagonista. Le due serie vivono un parallelo ancora una volta scandito dai contrasti tra quello che vediamo e quello che sentiamo. Un parallelo che comincia dalle due sigle, passa per il Papa e l’elettronica spinta di Trentemoller, da Senza un perché di Nada, attraversa i finali tragici e meditati e torna sempre lì, con il tema Levo del DJ Recondite, a chiederci se stiamo veramente parlando del Vaticano.
In mezzo alle due serie c’è Loro. Continuo a evitare i giudizi a tutto tondo concentrandomi sull’ennesimo impeccabile lavoro di selezione musicale. Gli Stooges si alternano all’EDM, all’elettronica di Vitalic, agli archi di Agnes Obel, alle atmosfere rarefatte della meravigliosa Fortunate Child. Un momento su tutti: orgia in villa, culmina con Kasia Smutniak e Euridice Axen nude, sopraelevate rispetto al resto della massa orgiastica, Happened di Perera Elsewhere risuona inquietante e incessante. I corpi si muovono dissonanti, le espressioni contrastano ulteriormente il movimento allineandosi alla musica; sono cupe, tristi, malinconiche, la sensualità che dovrebbero trasmettere si trasforma in disagio. La scelta della canzone è cruciale, qualcosa di diverso avrebbe stravolto tutto allontanandolo dalla perfezione effimera che riesce a raggiungere.
Presto ci sarà spazio per guardare il cinema di Sorrentino dall’alto, ma per cominciare mi sono voluto porre a un’altezza che conosco forse meglio, quella musicale. Se già non lo avete fatto, vi invito a riguardare i suoi film prestando orecchio alla musica, e poi ad ascoltare la playlist allegata: l’esperienza sarà senza dubbio arricchente.
Luca Di Maio
In New Pope c’è stato anche un sorprendente e reiterato Paolo Conte, un nome talmente pesante che è strano che non sia stato menzionato…
Ciao Federico! Immagino che non mi sia rimasto impresso. Ti ricordi in quali scene compare così me le riguardo?
[…] Marzo: Sorrentino Soundtracks (Luca Di Maio): l’anno scorso ho scritto un’analisi riguardo l’uso della musica nei film di Sorrentino che includeva una lunga playlist; su Radio Quar abbiamo sparato un residuo secco. 60 minuti di […]