Witness dei VOLA è il disco che sarebbe dovuto essere Digimortal dei Fear Factory nel 2001. Se solo Cazares e soci fossero stati in grado di rimanere vent’anni avanti a tutti come nella decade precedente. Né più, né meno.

Nel 2021 non si tratta di un lavoro rivoluzionario, ma rappresenta l’eccellenza all’interno dell’universo metal. Questi quattro ragazzi danesi sembravano già dei veterani nel 2015 all’uscita del loro primo album Inmazes, ma con il terzo capitolo Witness sono riusciti nella perfetta sintesi dei due dischi precedenti. Le ritmiche sincopate rese celebri dai Meshuggah, unite a quella sensibilità più elettro-pop evidente nel precedente e validissimo Applause of a Distant Crowd.

Il paragone con i Fear Factory trovo che sia valido nella prospettiva di quello che è stato il percorso del gruppo di Bell e Cazares. Con Soul of a New Machine danno vita a una macchina furiosa mantenendo un piede nel death metal, ma piazzando l’altro nel futuro; poi con Demanufacture si proiettano avanti almeno dieci anni unendo la furia elettronica figlia del mondo industrial a quella elettrica ancora debitrice al thrash/death metal. Con Obsolete l’apogeo: tutto è consolidato nella macchina perfetta. Fredda e emotiva allo stesso tempo.

Nel frattempo però stavano succedendo cose come Chaosphere dei Meshuggah e l’imminente arrivo di In Absentia dei Porcupine Tree, preannunciato da Hatesong su Lightbulb Sun. Oltre all’esplosione degli Opeth con Still Life e Blackwater Park, un dischetto come Lateralus, i Between the Buried and Me e tutti gli altri. Un album come Witness avrebbe reso i Fear Factory nuovamente rilevanti sia artisticamente, che commercialmente. Voci solo pulite e filtrate, ritmiche artificiali e asfissianti, ma più tecniche e affilate, ritornelli orecchiabili che non escono più dalla testa, tastierismi che disegnano soundscapes da sogno e il pezzo con l’ospite dal mondo del rap. Witness nel 2001 avrebbe fatto lo stesso effetto di Demanufacture nel 1995.

Giustamente vi starete chiedendo: perché questo qua la mena con i Fear Factory mentre dovrebbe recensire i VOLA? In realtà la sto menando con i Fear Factory, ma vi ho già descritto Witness nel modo migliore possibile. E paragonarli ai primi Fear Factory trovo sia un complimento con pochi eguali. Witness è la summa di tutto il meglio prodotto dal progressive metal estremo negli ultimi anni, ma senza essere estremo. Le ritmiche lo sono, ma concettualmente i VOLA si muovono su un universo che strizza l’occhio più all’elettronica, al pop e al mondo alternativo che non ai Meshuggah. E non è solo questione di voce pulita.

These Black Claws vede il rapper olandese SHAHMEN impreziosire un pezzo all’apparenza piatto, ma che presto si rivela un crescendo emozionante impossibile da non accompagnare con un headbanging sfrenato. I Rage Against the Machine in versione progressiva. Tornando ai Fear Factory, altro che Back the Fuck Up da Digimortal! Nemmeno un grande nome come B-Real riuscì a salvarla dal suo essere già vecchia e spompata nel 2001. Le altre seguono un po’ tutte lo schema di riff sincopati alternati a ritornelli melodici, ma senza mai confondersi o risultare trite. Tornano alla mente i Porcupine Tree del periodo metal, ma maggiormente sorretti dalla ritmica e con un elettronica aggiornata al 2021. I nostalgici di quel periodo della vita di Steven Wilson dovrebbero sicuramente dargli una possibilità.

Tutto bellissimo, ma adesso i VOLA non devono fermarsi. Non possono fare come l’ormai stranominato gruppo americano, ma nemmeno come i Soen; dovrebbero piuttosto guardare ai Leprous. Non tanto per copiare la loro direzione, quanto per avere lo stesso tipo di moto evolutivo perpetuo. Nel bene o nel male (e per me è assolutamente un bene) i Leprous non si sono mai fermati, e i VOLA devono fare altrettanto. Devono essere felici di essere riusciti a sintetizzare alla perfezione il sound dei loro primi due album su Witness, ma adesso è ora di guardare avanti, di sperimentare, di andare oltre. Magari muovendosi nella direzione di These Black Claws? Magari allentando la sincopazione? Oppure aumentandola all’inverosimile? Non saprei. Spero solo che non si siedano perché sarebbe un grande peccato.

Luca Di Maio

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