Gli Youtuber sono dei cazzoni. Le cover band sono il male della musica. Che andassero a lavorare. Se non scrivi pezzi originali sei un fallito. Facile suonare roba di altri di fronte a una telecamera. Eccetera. Il discorso sugli Youtuber è universale, quello sulle cover band è un mantra di buona parte dei musicisti, ma è proprio tutto vero?

Rispondo a questa semplice domanda con una carrellata dei migliori Youtuber che ho avuto il piacere di scoprire negli ultimi mesi. Sì, fanno principalmente cover. Sì, molti di loro non lavorano. Sì, lo fanno di fronte a una telecamera. E ancora sì, spaccano il culo.

Ten Second Songs – Anthony Vincent

La formula vincente di Anthony Vincent consiste nel cantare e suonare una canzone cambiando stile ogni dieci secondi. A questo alterna canzone di tizio suonata nello stile di caio, o medley di vari pezzi suonati nello stile dello stesso artista. Anthony è principalmente un cantante, ed è mostruoso.

Guardate qui, Bohemian Rhapsody in 42 (quarantadue) stili:

Oppure qui, Perfect Illusion di Lady Gaga arrangiata come un pezzo degli Iron Maiden (e che pezzo!):

O… qui? Non fa rimpiangere Chester Bennington alle prese con Psychosocial degli Slipknot.

Oppure suonano il mondo intero come se fossero i Metallica?

La facilità con cui passa da un registro all’altro è disarmante, la qualità degli arrangiamenti è sorprendente, è simpatico e anche i video non sono male. Per chi non apprezza le cover, ha anche qualche progetto di musica originale, il più valido è appena uscito, si chiama Silent Knife e pare sia un’avventura synth wave. L’unico pezzo uscito per ora è Could Have Been Love, a oggi in cima alla mia personale classifica dell’anno 2020, e ha aperto la nostra Cassetta del Mese di Febbraio.

Per quanto mi divertano molto i suoi video, vorrei davvero vederlo fare il salto di qualità girando il mondo in tour. Potrebbe cantare qualsiasi cosa. Se lo merita.

Melodicka Bros

Se Anthony Vincent è quasi un professionista, i Melodicka Bros stanno cercando di seguire le sue orme. Fa piacere che siano italianissimi, pensate che li ho seguiti per mesi senza saperlo, poi quando hanno iniziato a parlare in coda ai loro video l’accento ha svelato l’arcano.

Propongono cover riarrangiate in stili spesso opposti all’originale. Le chiamano “way too sad/happy/fast/creepy” in modo da definire il mood del pezzo. Alcune loro trovate sono assolutamente geniali.

Tipo Du Hast:

O Barbie Girl:

O Bad Guy?

Anche loro hanno già avuto un paio di pezzi inclusi nella nostra Cassetta del Mese e li seguo costantemente. Nei loro siparietti fanno ridere e gli arrangiamenti sono quasi sempre di ottima fattura, non si sono ancora cimentati in pezzi originali, ma ho idea che lo faranno presto.

Robyn Adele Anderson

La prima donna è una cantante jazz/swing arrivata a una moderata popolarità grazie alla sua partecipazione al gruppo Scott Bradlee’s Postmodern Jukebox. Negli ultimi anni si sta dilettando nella realizzazione di curatissimi video di pezzi famosi in chiave jazz/swing. È interessante che le canzoni scelte spazino dal rock, al nu metal, al pop, al rap. Una sorta di Cassetta del Mese normalizzata.

Partiamo con un video che vede Anthony Vincent come ospite, e sono alle prese con Eminem:

Jazzanoid?

Jazz on a Leash?

Anche lei vocalmente impressionante, dimostra un’estensione invidiabile. La qualità degli arrangiamenti è migliorata costantemente con gli anni; se i primi erano un po’ troppo standard swing, quelli più recenti rimangono più creativamente jazz senza posizionarsi su un sottogenere preciso. Anche lei sarebbe interessante dal vivo.

Thomas Zwijsen

Thomas Zwijsen è già abbastanza avanti in quanto a professionismo. Ha iniziato quasi dieci anni fa suonando cover degli Iron Maiden su chitarra flamenco e continua a farlo fino a oggi. Nel frattempo ha inciso svariati dischi di cover, alcuni di pezzi originali, ha scritto un album con Blaze Bayley e va regolarmente in tour acustico con lui. YouTube è la sua dimensione, in particolare quando è assistito da un violino e suona in mezzo a paesaggi mozzafiato.

Phantom of the Opera

Burn

Judgement of The Heaven

The Prisoner

La sua tecnica è spaventosa. Sicuramente a lungo andare i suoi arrangiamenti suonano molto simili tra loro e mancano talvolta di sentimento. Spiccano quelli con il violino (prima di Anne Bakker, poi della sua fidanzata Wiki Krawczyk) e alcuni pezzi specifici nei quali è chiaro il maggior coinvolgimento emotivo.

Altri

Rapidissima carrellata di altri che non mi sento di approfondire, ma che è un peccato non menzionare per questi lavori.

Emily Russo e la sua meravigliosa Wasted Years jazz voce e piano

Raphael Mendes. Letteralmente un clone vocale di Bruce Dickinson.

Yanina Chiesa. Definirla imitatrice mi sembra leggermente riduttivo.

Malinda. La soprano che si cimenta in Billie Eilish.

La carrellata è conclusa. Cosa ho voluto dire? In realtà lo scopo principale è stato dare un po’ di visibilità a questi ragazzi che fanno cose meravigliose, sperando che le abbiate apprezzate. Ritornando all’apertura vorrei anche che venissero legittimati nella loro arte in quanto trovo che i loro lavori non possano essere considerati inferiori a qualsiasi opera completamente creativa.

I quattro Youtuber analizzati nel dettaglio sono su Spotify, quindi vi beccate anche una bella cassetta che raccoglie i pezzi menzionati sopra e molto altro. Buon ascolto.

Ultima nota. Avrete notato qualche riferimento di troppo agli Iron Maiden. Bene. Presto arriverà un articolo dedicato con delle belle sorprese.

Luca Di Maio

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